mercoledì 6 settembre 2023

Eva Milan, "Eternity" (2017- 2018 rist. 2023)

 


Consigli di lettura


Eva Milan, "Eternity" (2017- 2018 rist. 2023)


«Stiamo vivendo dentro una simulazione, e stiamo per morirci tutti. Sei in grado di accettare questo?»


«Eternity. I corpi incandescenti nell’incontro delle forme, la perdizione delle labbra, lo scioglimento nel piacere più intenso. Tutto era reale, nella luce tenue e misteriosa di un’era perduta nel tempo. In quella nudità vulnerabile, nel desiderio espanso in ogni istante, non perse la lucidità per un momento.»


«“ In Eternity. Dove tutto è possibile”, recitava la voce suadente di una ninfa ancestrale proveniente dagli abissi cosmici.

L’interfaccia di Eternity consentiva di scegliere il proprio scenario virtuale, nella modalità pubblica del social network o privata, connettersi con una o più persone reali, virtuali o defunte, decidere il luogo e il tempo storico. 

Lo spot mostrava ora l’entrata in un castello medievale, in una discoteca negli anni ottanta e ancora nelle strade di Londra in epoca vittoriana, o nella capanna di paglia di uno sperduto villaggio in India. 

“ Venite a rivivere i momenti più belli con le persone che amate. Vivete le vostre avventure, viaggiate dovunque, per creare la storia della vostra vita, con chi volete, in qualunque epoca. Tutto questo è possibile, in Eternity. Il luogo che vi renderà felici e immortali.”»


Tutto cambia affinché nulla cambi. Questa è in sintesi la premessa con cui inizia il secondo volume della saga di "Nemesis": "Eternity", che contiene il quinto e il sesto libro: "Immortality" e, appunto, "Eternity".

Il mondo è sottosopra, ma la situazione, nella sostanza, è rimasta la stessa, tuttavia tutto sta degenerando. Il degrado e la radioattività sommergono ogni cosa, anche Port Madison. 

È un senso di spaesamento quello che coglie Julia all'inizio del quinto libro. Ed un senso di spaesamento coglie anche noi lettori con lei.


Quindi, come era prevedibile, anche se mutatis mutandis, il progetto transumanista va avanti, seppure in mano a "nuovi padroni".

Nel frattempo, una nuova catena di  misteri, compresa la scomparsa di dieci bambini, e successivamente di un gruppo di persone, impegnano l'ispettore Sinclair, e di conseguenza, anche Julia e Antonio.


Ci si trova immersi a precipitare nell'incubo più di quanto sia accaduto nel primo romanzo.

Possono accadere cose imprevedibili e l'incubo può prendere le sembianze di un sogno assai seducente e pericoloso, e allora perdersi è un attimo.

D'altronde, cosa ci può essere di più desiderabile di un sogno di immortalità e di eternità? Di ciò che può sconfiggere malattia e morte?


In questo secondo romanzo emergono in maniera evidente le tante affinità con Philip K. Dick, il pensiero non può fare a meno di andare soprattutto a "Ubik", a "Le tre stimmate di Palmer Eldritch", a "Tempo fuor di sesto" e ai "Simulacri"; ma anche al William Gibson di "Neuromante". 

Questa comunque è anche una storia di spie e quindi ci sta bene anche un po' di sapore del buon vecchio John le Carrè. 

Eva Milan, però, va oltre, il tocco di originalità si percepisce intensamente, e arriva con i suoi chiari espliciti riferimenti al mondo del nuovo millennio.


Sono come echi che si dissolvono nella notte, i misteri che avvolgono Arcadia e il Nyx, anche se i luoghi sono pressoché invertiti. 

I nostri eroi si addentrato ancora di più nell'inferno della robotica e della bioingegneria. L'indagine li porterà fino al Chiapas, al Subcomandante e ai Narcos.


In mezzo a tutto questo, tuttavia continua a splendere, come una fiammella di speranza, l'amore: nasce anche una storia molto romantica e tormentata per l'ispettore, e l'arrivo di Manuel un bambino adottato da Julia e Antonio.

Si susseguono colpi di scena e il ritmo sale in un crescendo vertiginoso.


Ma un tarlo si insinua, "Eternity" è anche una tragedia sul tradimento e sul delirio di onnipotenza. È una parabola sul potere e la sua capacità di inquinare tutto, persino le relazioni d'amore, i cuori e la mente. Non ci può essere compromesso col potere, perché il potere ti fotte, e non sei mai tu a fotterlo. È un vampiro che succhia energia a te e alle persone amate.


La spaventosa realtà artificiale può inghiottire tutto, fino a rivelare verità talmente oscene da risultare insopportabili, fino al momento di una nuova rottura, dove si profila la possibilità di tornare indietro. E intanto il mondo impazzisce con Arcadia che si duplica e il virtuale sembra dominare ogni aspetto dell'esistenza quotidiana con la sua terribile seduzione. Il virtuale è il veleno assoluto. Il demone del controllo sociale, del tracciamento, dell'obbligo, della limitazione della vita e della libertà. 

L'orgia del potere, al confine tra meccanica quantistica e metafisica.


Si può molto speculare su ciò, ma la sostanza è questa. È del tutto inutile voltare la testa da un'altra parte, e nutrire l'illusione che stavolta sarà diverso, che è il fine a giustificare il mezzo. Si deve scegliere tra la diserzione completa, oppure essere un ingranaggio del meccanismo.

Ma questo in fin dei conti è pur sempre un romanzo, e la luce della speranza deve restare accesa, ed è giusto che sia così.


E nel frattempo, ci sono ancora i dubbi di Julia sul giornalismo d'inchiesta: se abbia senso o meno portare avanti la controinformazione in un mondo soffocato, angusto, dove tutto è controllato, usato, assimilato e digerito. Dubbi che sono anche di alcuni di quelli che sono nel nostro universo, qui e ora, sono pochi, ma riescono a percepire ben oltre le apparenze.

Perché "il medium è il messaggio".


Ma c'è davvero un oltre? Sì può pensare di costruire di nuovo, di resistere o siamo condannati all'oblio di una vita - non vita, prigionieri per sempre di una macchina?

Nonostante tutto, il pericolo è il mestiere di Julia e Antonio, che non si fanno scrupoli nel rischiare e nel combattere la loro dura battaglia quotidiana.


Una metafora del presente molto più profonda di quello che può apparire a una lettura superficiale, di questo mondo dove già si parla di "realtà aumentata". E non c'è bisogno purtroppo di aspettare il 2043.

Insomma, Arcadia assomiglia in maniera inquietante alla nostra epoca.

Impressionante, dunque, la portata anticipatrice anche di "Eternity": Eva Milan dimostra di possedere uno sguardo che va ben oltre la contingenza e i semplici scenari immaginifici, coglie particolari e possibilità.


Questo secondo volume non delude le aspettative, anzi rafforza la mia convinzione che ci troviamo al cospetto di una pregevole operazione letteraria inusuale nel panorama italiano, oserei dire geniale.

Non posso far altro, quindi, che sperare che la mia amica Eva torni a donarci altri suoi scritti e ad allietarci, al più presto, con qualche altra perla di narrativa.

E lunga vita ai Suquamish!


[Qui la recensione a "Nemesis"]

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