Cult Movie
"The Commitments" (1990)
Regia di Alan Parker
con Ken Mc Cluskey, Johnny Murphy, Gelim Gormley,
Angeline Ball, Andrew Strong, Michael Aherne, Robert Arkins.
"Gli irlandesi sono i più negri d'Europa, i dublinesi sono i più negri d'Irlanda, e noi della periferia siamo i più negri di Dublino. Quindi, ripetete con me ad alta voce: sono un negro e me ne vanto!" (Inutile dire che nel film, neanche un protagonista è di colore).
"Che tipo di musica dovremmo fare, Jimmy?" "Siete lavoratori, giusto?" "Beh, se ci fosse il lavoro." "Allora, la vostra musica deve ricordare l'ambiente, le famiglie da cui venite. Deve parlare il linguaggio di strada, deve parlare di fatica e di sesso. Niente canzoncine smielate del tipo tienimi stretta a te tutta la notte. Capito? Deve parlare di corpi, pomiciate, cosce, lingue, scopate, tette." "Magari... e che musica è questa?" "Il soul."
"Il soul ha il ritmo del sesso e anche il ritmo della fabbrica, ha il ritmo dell'operaio, del sesso e della fabbrica. Il soul è musica che il popolo capisce. Certo, è musica semplice ma ha qualcos'altro, qualcosa di speciale, è onesta, ecco, è sincera. Non è musica stronza, ha il coraggio di dire che viene tutto dal cuore."
Dialoghi e battute fulminanti, come fulminante e sostenutissimo è il ritmo di "The Commitments", un film scorrettissimo che ha il sapore d'Irlanda e dei suoi pub. Jimmy, giovane dublinese con la passione del soul, riesce a mettere su una band tramite un annuncio. Questa band si formerà gradatamente pescando tra cantanti e musicisti dilettanti più o meno giovani.
Per la presenza di molte analogie, è stato presentato come la risposta irlandese a "The Blues Brothers", impossibile non pensare a quel film, ma è una definizione che pecca un po' di superficialità, perché non è solo questo. È un film che chiude emblematicamente e in maniera definitiva un'epoca di libertà e di istinto, che pone un sigillo, una sorta di canto del cigno: nulla sarà più come prima; ed è sporco, trasgressivo, sanguigno, rozzo, sensuale senza essere patinato e costruito, assolutamente privo di freni inibitori, forse perfino di più del capolavoro di John Landis.
La storia, tratta da un romanzo di Roddy Doyle, sicuramente uno dei film più riusciti di Alan Parker, che qui evita accuratamente ridondanze e retorica, tipici invece di altre sue opere, è un omaggio alla gioventù dublinese degli anni ottanta, e in genere a tutti i giovani appassionati di musica di quel periodo. E' un omaggio anche al soul e ai suoi grandi: James Brown, Aretha Franklin, Tina Turner, Joe Tex, Otis Redding, Joe Cocker, Marvin Gaye e Wilson Pickett; ma lo è anche all'Irlanda e ai musicisti irlandesi di quegli anni. Un omaggio, soprattutto, alla periferia e alla working class di Dublino.
Tuttavia, "il convitato di pietra" del film, il vero nume tutelare della storia è il più grande soul man d'Irlanda: quel Van Morrison, che anche se non viene mai nominato, fa percepire la sua presenza durante tutto il film.
Opera frizzante e divertente, costruita con ironia e intelligenza, nonché con grande gusto musicale: la colonna sonora è splendida, interpretata alla grande, gli attori sono tutti molto bravi. Da segnalare a proposito di Pickett, una versione bellissima del suo hit: "In the midnight hour".
"The Commitments" riesce efficacemente a rendere l'idea del livello di creatività e di fantasia in cui era arrivato il rock negli anni ottanta, riuscendo continuamente a rinnovare i suoi canoni attraverso la contaminazione dei generi, senza il timore di non riuscire mai a essere all'altezza. La freschezza e la spontaneità erano un regola assoluta e i risultati non si facevano certo attendere. Il film è espressamente dedicato al contributo dato da una parte di quella musica: quella di derivazione soul e rhythm 'n blues. Per fare solo un esempio, basti pensare ai Dexys Midnight Runners di Kevin Rowland.
Assai spassosa è una delle sequenze iniziali, in cui Jimmy, improvvisatosi manager, dà audizione a una galleria di personaggi fuori di testa, al limite del grottesco e dell'impossibile, che rappresentano tutte le diverse varianti del rock e della musica popolare del periodo. Da segnalare in maniera particolare Andrew Strong e la sua indimenticabile voce da soul man.
Divertentissime sono le insensate risse che spesso fanno da contrappunto e che contribuiscono all'atmosfera caotica, anarchica e folle del film.
Semplicemente irresistibile è l'ironia che pervade tutta la pellicola. Rivisto a distanza di più di trent'anni, "The Commitments" mantiene miracolosamente intatta tutta la sua energia, la sua ingenuità e la sua freschezza.