martedì 21 maggio 2024

Angelo Michele Imbriani “L’isola della libertà. Un viaggio in Inghilterra” (2020)


 Angelo Michele Imbriani

“L’isola della libertà. Un viaggio in Inghilterra” (2020)


«Passavamo le sere a parlare del tramonto. No, non del calare del sole, sebbene in quella primizia d'estate, in quelle interminabili giornate, il sole regalasse magnifici colori alle nostre montagne quando infine si decideva di nascondersi dietro di loro. Parlavamo di quel tramonto in metafora che da più di un secolo è stato profetizzato e che forse adesso incombeva davvero. Il tramonto dell'Occidente, il tramonto della nostra civiltà, che eravamo i primi a trovare criticabile e di fatto avevamo a lungo e accanitamente contestato, ma alla quale ci eravamo infine accorti di dovere tutto, tutto quel che eravamo e che avevamo e perfino gli strumenti critici e la libertà che ci consentivano di metterla in discussione.»


«… se vogliamo reagire al declino dobbiamo prendere coscienza della nostra storia, del patrimonio ideale che è stato costruito nei secoli e che rischiamo di sciupare o perdere del tutto. Dobbiamo sapere come, dove e quando quel patrimonio si è formato.»


«… dovremmo abbandonare l'uso generico e improprio che si fa del termine “opinione pubblica” banalmente ed erroneamente identificato, con l'opinione di tutti o l'opinione della maggioranza. No: “opinione pubblica” è quella che si forma su un determinato argomento in un dibattito, in un confronto libero, critico, informato. Se non c'è questo confronto libero, critico, informato, non c'è “opinione pubblica”. E se non c'è opinione pubblica, non c'è vera libertà.»


“L’Isola della libertà. Un viaggio in Inghilterra” è un diario di viaggio. Il diario dell’amico Angelo Michele Imbriani. Un diario, che è un po' guida turistica e gastronomica, un po' romanzo, un po' saggio storico. È di sicuro un libro molto originale, colmo di curiosità e di personaggi assai singolari, che riesce sapientemente a unire motivi narrativi e letterari diversi, creando un ottimo equilibrio di insieme.


Tuttavia, è soprattutto un viaggio alla ricerca della libertà le cui origini sarebbero, a sentire l’autore, proprio su quest’isola.

È stato pubblicato nel 2020, quindi, pur essendo stato scritto prima, suona anche un po’ come una sorta di avvertimento per quello che sarebbe accaduto, proprio a partire da quell’anno, con lo stato d’eccezione pandemico.


È un viaggio che si trasforma in ricerca. La ricerca è strettamente legata al declino dell’Occidente. Quell’Occidente che molti di noi hanno sempre giustamente e spesso criticato, ma a cui devono molto, in quanto ha fornito loro gli stessi strumenti per esercitare un’adeguata critica di fronte a un deficit di libertà, o quando questa veniva del tutto calpestata. 


Questo libro è un atto d’amore verso l’Occidente, nel bene e nel male. Un atto d’amore che dovremmo augurarci che non si trasformi in un rimpianto. Anche se già ora, per me, ma credo anche per l'amico Angelo, il tramonto pare sia inarrestabile. 

Il viaggio e la ricerca sono anche l’occasione per una vacanza, con le sue tappe e i suoi incontri, fino ad arrivare a Londra per la scoperta di quello che gli è stato annunciato come un mistero. 

A ogni tappa viene assegnato spesso un solo giorno. 


La città di Chester è la prima tappa e il primo giorno. Il nostro viaggiatore ci guida alla visita delle rovine romane, e di un pub molto pittoresco e tradizionale. 

La costante del viaggio, per ogni tappa, sarà appunto uno o più luoghi e i relativi riferimenti storici. Elementi che uniti insieme compongono un profilo, sebbene parziale, ma vitale, specifico di una nazione.

Ed è da qui che il viaggio oltre ad assumere le caratteristiche di una ricerca storico-antropologica, si arricchisce di ulteriori elementi: di gastronomia, non solo specificatamente di cucina, ma, dato che si parla di pub, anche di birra. La birra ale.


Lo schema, con varianti sempre molto interessanti, si ripete per i giorni successivi. Così passiamo dalle Midlands alle Costwolds Hills, dal fiume Severn al Tamigi,  passiamo attraverso le città di Oxford, di Winchester, di Salisbury, di Plymouth e ovviamente di Londra, in un intenso e amabile pellegrinaggio; i luoghi non sono solo geografici: ci sono le cattedrali, i castelli di Ludlow, di Sudeley e di Winchester; i colleges di Oxford e ancora di Winchester.


La rievocazione storica è quella comunque centrale, perché ci porta verso l'individuazione delle cosiddette quattro “gambe” della libertà: economia, religione, cultura e opinione pubblica, sulle quali si regge un più o meno solido impianto, non solo teorico. 

Così  addirittura vediamo come già nel XIV secolo, le vicende di Edoardo Il, della moglie Isabella di Francia, dell’ambizioso Roger Mortimer e di Edoardo III possono essere legate a questo percorso in progress.


Oppure, come un altro intrigo di potere e di sesso, con protagonisti Enrico VIII, la sua sesta moglie Katherine Parr, Sir Thomas Seymour, Maria la Sanguinaria e la giovane Elisabetta Tudor, fanno da sfondo alla Riforma anglicana, che arriva al suo culmine prima con Elisabetta e poi con Edoardo VI. Giungiamo così al Book of Common Prayer e al Toleration act, con il quale fu riconosciuta la libertà di culto a tutte le confessioni non-conformiste.


L’iniziativa imprenditoriale e i conflitti religiosi sono, dunque, i due elementi portanti dell’affermazione del concetto di libertà in Inghilterra, le prime due gambe. La presenza di una pluralità di confessioni religiose, con tutti i limiti legati al contesto storico, ha fatto sì che tale concetto trovasse terreno fertile, piuttosto che laddove si era in presenza del prevalere di una sola fede, causa di oppressione nei confronti delle altre. La libertà di conseguenza deriva anche dalla libertà religiosa.


Oltre ai colleges, una menzione particolare la merita la “Bodeian Library” di Oxford, una delle biblioteche pubbliche più antiche e importanti del mondo, con sei milioni di libri e ben cinquantamila manoscritti.

A proposito di questa città, la rievocazione della nascita dell'università di Oxford è una delle parti più intense del libro. 

Ed è proprio con Oxford che il nostro viaggiatore ha l’intuizione che alle due gambe della libertà, economia e religione, se ne aggiunga una terza: la cultura.


Continuando il percorso storico, si passa a ricordare la resistenza al tentativo di Giacomo II di restaurare il cattolicesimo, che fu travolto dalla rivoluzione di Guglielmo d’Orange, di Mary Stuart e di John Locke del 1688.

In questo percorso, c’è posto anche per la storia di Jane Austen, sepolta nella cattedrale di Winchester, e per quella del poeta Keats.


Uno dei momenti più toccanti alla ricerca della libertà è però quello dedicato alla celeberrima “Magna Charta Libertatum”, col suo famoso articolo sull’habeas corpus, conservata all’interno della cattedrale di Salisbury: «Nessun uomo libero sarà arrestato, imprigionato, multato, messo fuori legge, esiliato o molestato in alcun modo, né noi useremo la forza nei suoi confronti o domanderemo di farlo ad altre persone, se non per giudizio legale dei suoi pari e per la legge del regno».


L’arrivo a Londra è all'insegna innanzitutto della visita alla British Library e al British Museum, dove si trovano il “Codex Sinaiticus” e il “Codex Alexandrinus”, antichi codici del Nuovo Testamento.

L’importanza della Sacra Scrittura emerge con notevole evidenza e si collega con la nostra storia e le origini delle nostre radici, che sono fondamento dell’Occidente moderno, ma anche di libertà, di civiltà e di cultura. Le radici dell’Europa cristiana non sono quelle vetero-confessionali del tradizionalismo, neppure quelle da rifiutare in un’ottica di estrema secolarizzazione anticristiana. Ma sono da leggere invece come invito alla tolleranza e all’accoglienza. 


Dopo i divertiti e curiosi aneddoti su Sherlock Holmes e su Jack lo Squartatore, si passa alla Fleet Street, la strada dell’inchiostro, dove nacque la prima stamperia e i primi giornali, luogo simbolo della libertà di stampa. 

La quarta gamba della libertà è quindi l’opinione pubblica, da non confondere con l’opinione della maggioranza, così come viene chiarito in una delle citazioni, riportate all’inizio. 


Oggi, tale concetto di opinione pubblica si è smarrito, smarrendo quindi anche buona parte della libertà, sostituito non solo da opinione della maggioranza, ma anche dalle narrazioni di opposte tifoserie ideologiche, preoccupate solo di affermare proprie tesi pregiudizievoli e preconfezionate, senza preoccuparsi minimamente della libertà, della complessità e dell’effettiva ricerca della verità.


Non mancheranno poi, dopo Londra anche altre storie, come quella molto singolare, che val la pena di accennare, legata alla forse leggendaria partita a bocce di Sir Francis Drake, il 29 luglio del 1588, il giorno prima di imbarcarsi e causare la disfatta della flotta, l’Invencible Armada, di re Filippo II di Spagna, nella guerra vinta dalla regina Elisabetta Tudor. Anche questa fondamentale vicenda possiede una potente suggestiva connessione con la conquista della libertà.


Il decimo giorno si arriva finalmente al luogo misterioso. Ovviamente, non è compito mio svelarlo, ma del libro. 

Quello che è fondamentale sapere è che la fine del viaggio, ricollegando tutti questi fatti e tutte le vicende narrate, mette in evidenza la necessità di ritrovare le nostre radici di tolleranza, le radici comuni a tutto l’Occidente, e di non affidarsi a chimere esterne; essere capaci di ritrovare noi stessi, anche la capacità autocritica che la nostra stessa cultura ci ha insegnato, non il vuoto oscurantismo e la regressione tradizionalista che i reazionari invocano, ma la necessità di liberarsi del senso di colpa e da quella sorta di disprezzo che nutriamo per noi stessi come occidentali.


La soluzione alla crisi dell’Occidente è all'interno dell’Occidente stesso.

Si è perso il senso di comunità, di identità e di difesa degli ideali, da una parte perché condannate e demonizzate a favore di una società liquida, dall’altra trattate in maniera caricaturale come fossero armi. In sostanza: identità è qualcosa di assai diverso, anche di opposto, da identitarismo, così come tradizione lo è di tradizionalismo. 


Al termine della storia, il tramonto dell’Occidente appare anche come la caduta del Katéchon. Il richiamo biblico, non a caso, è a Paolo di Tarso e alla Seconda Lettera ai tessalonicesi. Il Katéchon è tutt’altro che l’incarnazione del Bene autentico, ma qualcuno, qualcosa, una forza, che nel corso della storia frena l’affermazione del Male assoluto e che ci ha accompagnato per millenni, sotto diverse spoglie. Privati dell’azione del Katéchon, spetterà a ogni individuo  perseverare da solo per attraversare le tenebre, e per cercare di rivedere di nuovo le stelle della libertà.

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