lunedì 20 maggio 2024

“Oppenheimer” (2023) regia di Christopher Nolan

 


Cinema


“Oppenheimer” (2023)


regia di Christopher Nolan

con Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett.


«Tra quelli che avrebbero potuto fare per Hitler l’atomica, Werner Heisenberg era senz’altro il più importante. I fisici che lavoravano a farla in America credevano, fino all’ossessione, che stesse facendola: e uno di loro, al seguito delle avanguardie americane delegato alla caccia dei fisici tedeschi, nell’idea che dove era Heisenberg doveva anche esserci l’officina dell’atomica, lo cercò poi febbrilmente in tutta quella parte della Germania che gli alleati andavano occupando. Ma Heisenberg non solo non aveva avviato il progetto della bomba atomica (lasciamo stare se poteva o no arrivare a farla: progettarla sicuramente poteva), ma aveva passato gli anni della guerra nella dolorosa apprensione che gli altri, dall’altra parte, stessero per farla. Non infondata apprensione, purtroppo. E cercò, anche se maldestramente, di far sapere a quegli altri che lui e i fisici rimasti in Germania non avevano l’intenzione, né sarebbero stati in grado, di farla; e diciamo maldestramente perché‚ credette di poter servirsi come tramite del fisico danese Bohr, che era stato suo maestro. Ma Bohr già nel 1933 era in fama di rimbambimento…

…Comunque, in un mondo più umano, più attento e più giusto nella scelta dei suoi valori, dei suoi miti, la figura di Heisenberg più dovrebbe e nobilmente aver spicco di altre che nel campo della fisica nucleare operarono negli stessi suoi anni - più di coloro che la bomba la fecero, la consegnarono, con esultanza accolsero la notizia degli effetti e soltanto dopo (ma non tutti) ne ebbero smarrimento e rimorso.»

Leonardo Sciascia, da “La scomparsa di Majorana”


«Non è l'ebreo come razza a costituire di per sé una minaccia, ma piuttosto lo spirito che diffonde. E se il portatore di questo spirito non è un ebreo ma un tedesco, lo si deve combattere con impegno ancora maggiore rispetto all’ebreo razziale…».

Johannes Stark, fisico sostenitore del regime hitleriano, sul concetto di  “ebreo bianco” riferito anche a Werner Heisenberg.


Tutti dovrebbero aver compreso ormai da tempo che un Oscar, così come altri famosi riconoscimenti cinematografici, letterari o artistici, non seguono canoni estetico-contenutistici “obiettivi”, atti a individuare e qualificare il merito, anzi, capita sovente che questi si allontanino molto dalla presunta "obiettività". Le assegnazioni di tali premi spesso rispondono ad altri criteri, anche se non in maniera così schematica come spesso si crede. Lo stesso discorso vale ancora di più per i nostrani David di Donatello e Premio Strega.


Ero in dubbio se pubblicare o meno una recensione dell’ultimo film di Christopher Nolan. Di solito le recensioni le dedico a prodotti che riscuotono il mio pieno apprezzamento, è una scelta, chiamiamola così, “editoriale”. Trovo che sia tempo buttato sprecare parole per ciò che non mi piace o mi piace poco. Scelta del tutto contestabile, per carità, anche le stroncature, in verità, possono essere di qualche utilità, a volte.

Proprio per questo, come ho fatto per il "filmaccio" della Cortellesi, faccio ancora un’eccezione anche per “Oppenheimer”, ed è probabile che in futuro la farò ancora, ma, nel caso della pellicola di Nolan, per motivi diversi da “C’è ancora domani”. 


Infatti, questa non è propriamente una stroncatura. Il film sul fisico americano non mi è affatto dispiaciuto, anche se mi ha lasciato la sensazione di qualcosa di incompiuto, un discorso lasciato a metà, per percorrere una strada più rassicurante, come se all’ottimo regista fosse mancato il coraggio, prediligendo invece un assai discutibile taglio politically correct, consolatorio e assolutorio. Non è certo sufficiente l’ennesima denuncia del maccartismo, anche perché appare più un fatto personale che politico, con la questione dell’antisemitismo che resta troppo sullo sfondo.


Il film ha però un andamento interessante, ma discontinuo e altalenante, a volte un po’ confuso, seppure in fondo coerente. La recitazione, al netto della scelta di un caricaturale Einstein, però, è veramente eccellente, l’unica cosa quasi pienamente riuscita del film. Soprattutto quella assai sorprendente di un camaleontico Matt Damon.

Le suggestioni visive, i dialoghi, la contestualizzazione, possono, pure questi, essere messi in conto a favore del film.

Se questo non fosse un film di un grande regista come Nolan, autore di capolavori come la Trilogia del Cavaliere Oscuro o "Interstellar", il giudizio sarebbe senz’altro, per quanto mi riguarda, meno severo.


È stata sprecata un’occasione (ma probabilmente a Nolan non interessava), non per fare un film antiamericano. Di critica agli USA trovo che ci sia già la quantità giusta. Ma per impostare un discorso più complessivo sulla scienza come ancella del potere economico e politico; una critica pungente alla scienza sottomessa alle ragioni del grande capitale o dello Stato, o di tutti e due insieme, così come è accaduto con lo stato d’eccezione pandemico. Per buona pace dello statalismo degli anticapitalisti e dei sovranisti de noantri.


E, quindi, trovo, a dir poco, assai deludente la mancata ed errata messa a fuoco di un personaggio chiave di quel contesto, di quell’Heisenberg che come diceva anche Leonardo Sciascia, così come riportato nella prima citazione in testa alla recensione, fece un tentativo coraggioso, anche se maldestro, di far sapere ai colleghi di oltreoceano che c’era qualcuno impegnato a boicottare il regime nazista, e non solo: impegnato anche a far in modo che la bomba non venisse realizzata. Ma Niels Bohm equivocò, così come equivocarono i suoi colleghi d’oltreoceano, o vollero equivocare, o meglio ignorare, presi dal loro ruolo prometeico. Resta il fatto che Heisenberg pur potendo fare la bomba, non la fece.


Anche se è ben più che attendibile, si vuole continuare a dire che è solo una tesi? E va bene, anche se fosse, il fatto che a questa ipotesi non venga dato ancora oggi abbastanza credito, che il dubbio non trovi posto in un’opera che si presenta con una apparente intenzione critica, vuol dire che una certa narrazione storica, riproposta come assolutamente certa e sulla quale è modellata l’impostazione del film, e determinati interessi condivisi globalmente non devono essere turbati. 


Dimostra così che il film è stato concepito solo con l’intento di avallare, anche se con accenti critici, il Progetto Manhattan, perché in fondo la scienza è sempre buona e giusta. Oltre a mistificare sulla necessità di distruggere il male assoluto nazista, già tra l’altro sconfitto, viene di nuovo affermata come giustificabile la rigenerazione del male sotto altra forma: l’escalation della corsa agli armamenti, di cui nessuno può essere assolto a est come a ovest.


[Qui un interessante articolo di approfondimento, che contiene anche un consiglio di lettura]

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