lunedì 17 giugno 2024

Agatha Christie “La morte nel villaggio” (1930)

 


Classici della letteratura 


Agatha Christie “La morte nel villaggio” (1930)


«Miss Marple si intrufolò così silenziosamente nella mia vita, che quasi non mi accorsi del suo arrivo. Scrissi una serie di racconti per una rivista, immaginando che in un villaggio, sei persone si riunissero una volta alla settimana per raccontare qualche caso rimasto insoluto. Iniziai con Miss Jane Marple, un tipo di anziana signora che avevo visto frequentemente in casa di zia-nonnina, a Ealing, e simile a tante altre incontrate nei vari villaggi dei miei soggiorni giovanili. Miss Marple era molto più zitellesca e ansiosa di zia-nonnina, ma aveva una cosa in comune con lei; nonostante la sua cordialità si aspettava sempre il peggio da tutto e da tutti e le sue previsioni si dimostravano quasi sempre esatte.»

Agatha Christie, da “La mia vita”


«Quella vecchia incartapecorita crede di saperla più lunga di tutti noi» borbottò. «E pensare che in vita sua non ha mai messo piede fuori del villaggio. Che cosa può conoscere, del mondo, lei?»

«Non dico che conosca la Vita, quella con la maiuscola» sorrisi io «ma sono sicuro che conosce benissimo tutto ciò che succede a St. Mary Meadow.»


«Non c’è niente di più facile che prendere l’aria sciocca, vicario. È una cosa che sanno far tutti»


«vivendo così soli, in una parte del mondo quasi remota, è necessario avere un passatempo. Ci si può occupare naturalmente dei lavori a maglia, delle ragazze esploratrici, delle opere di assistenza, come ci si può divertire a dipingere dei bozzetti, ma il mio passatempo è sempre stato la Natura Umana. Così varia e così... affascinante! E naturalmente in un piccolo villaggio, senza altre distrazioni, non manca la maniera di approfondire questo studio. Si finisce per classificare le persone proprio come se fossero uccelli, fiori: gruppo così e così, genere tale, specie talaltra. Qualche volta capita, naturalmente, di sbagliare, ma col passar del tempo gli errori sono sempre meno frequenti. E poi si fanno le riprove…

… Fa molto piacere esercitare il proprio raziocinio, per poi scoprire di avere avuto ragione.»


Ho sempre preferito Miss Marple a Poirot, nonostante la sproporzione di numero tra i romanzi dedicati all’investigatore e quelli dedicati alla vecchina. 

La mia preferenza è dovuta a due fattori: il primo che nella Marple ho voluto sempre vedere la Christie, ed è proprio questo che credo abbia per me funzionato di più; il secondo, che, pur essendo l’ispettore un personaggio memorabile e assai divertente, non è così fuori dagli schemi come lo è la Marple, l’originalità dell’attempata signora è di molto superiore.


Il primo romanzo della serie con protagonista Miss Marple fu scritto quasi per caso. Neanche Agatha Christie stessa ricordava il perché. Sono già presenti, resi con grande maestria, i temi e lo stile che renderanno celebri gli altri romanzi della serie, in particolare”Assassinio allo specchio” e “C’è un cadavere in biblioteca”.

Nell'esordio della “Morte nel villaggio”, Miss Marple fa parte di un gruppo di pettegole del villaggio di St. Mary Mead, che si riunisce ogni tanto in casa di Griselda, la moglie del vicario, ed è il reverendo la voce narrante. La Marple, a dire di Griselda, è la più pettegola di tutte.


“La morte nel villaggio” è una sorta di romanzo corale, con fin troppi personaggi, ebbe a dire anni dopo la Christie. In verità, quelli più importanti non sono poi così tanti. 

Il vicario si muove con difficoltà in un mondo popolato soprattutto da donne.

La scrittrice inglese lo segue con ironia, ma con palese simpatia. È chiaramente percepibile il tentativo di disegnarlo come un saggio e tollerante uomo che si sente messo spesso in mezzo dalle signore che frequentano la sua casa, in combutta o in contrapposizione con la sua consorte.


Alla sua personalità così equilibrata e limpida, Agatha Christie oppone quella dell’altro maggiore protagonista di sesso maschile: il fosco pittore Larry Redding, uomo fascinoso e seduttore, impegnato anche a dipingere un ritratto a Griselda.

Leonard è un po' turbato dalla differenza di età con la moglie, assai più giovane, ed è preoccupato dagli intrighi amorosi che si dipanano davanti ai suoi occhi, in cui sono coinvolte la giovanissima Letizia e la signora Anna Protheroe, avvenente trentacinquenne sposata anche lei con un uomo più anziano: il colonnello Protheroe, un ottuso e malevolo magistrato.


Completano la compagnia Dennis, il giovane nipote del vicario Clement, la sua “ingenua”, ma insolente cameriera Mary, Hawes, il coadiutore del pastore, la bella e sdegnosa Gladys, l’ambiguo dottor Stone, il colonnello Melchett, sovrintendente di polizia della contea, la misteriosa signora Lestrange, Raymond West, l’affascinante nipote della Marple, il dottor Haydock e il presuntuoso ispettore Slack, oggetto preferito del sarcasmo della Christie.

Alla scrittrice bastano poche parole e i dialoghi ben mirati per tratteggiare con notevole sagacia i caratteri dei personaggi.


Il romanzo è, come al solito, ben congegnato, con un ritmo molto sostenuto. L’intreccio deve molto a omissioni, reticenze, menzogne ed equivoci, che portano la materia della trama a complicarsi ancora di più. Ovviamente, toccherà a Miss Marple, che entra nella vicenda in maniera apparentemente discreta, ma con ferma volontà, e che asserisce di aver contato ben sette sospettati, sciogliere il mistero, ma dovrà servirsi di più o meno ignari “aiutanti”. I sospetti si spostano di volta in volta da un personaggio all'altro, seguendo una logica di esclusione. I colpi di scena si susseguono senza sosta, sostenuti dalla prosa limpida e scorrevole della Christie.


Pur non essendo lei formalmente a capo delle indagini, assegnate a Melchett e a Slack, è la Marple che conduce il gioco dando anche le disposizioni del caso, nonostante appaia il vicario Clement il vero investigatore. D’altronde, un omicidio è avvenuto nella biblioteca del vicariato, ed è giusto che il più autrizzato a indagare si senta lui.


Un altro tema portante del romanzo è il conflitto sotterraneo, ma palese, tra nuove e vecchie generazioni. Un conflitto che si ripropone sempre, fatto di incomprensioni, di perplessità, di difficoltà di comunicazione, di pregiudizi. E la Christie lo utilizza come chiave per la risoluzione del mistero.

La Marple durante il romanzo appare poche volte e a tratti. Ma a quattro quinti della storia arriva sulla scena in maniera decisa e preponderante fino alla risoluzione del caso.

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