mercoledì 19 giugno 2024

“Memento” (2000) - regia di Christopher Nolan

 


Cult Movie


“Memento” (2000)


regia di Christopher Nolan 

con Guy Pearce, Carrie-Anne Moss, Joe Pantoliano, Mark Boone Junior, Jorja Fox.


«Allora, dove sei? Sei in una stanza d'albergo, ti sei-ti sei svegliato e sei in una stanza d'albergo con la chiave. Per te è come se fosse la prima volta che sei qui ma invece potresti essere qui da una settimana o da 3 mesi, difficile dirlo. No, non lo so, è solo una stanza qualunque.»


«Non so nemmeno da quanto tempo se n'è andata, è come se mi svegliassi nel nostro letto e lei non ci fosse, perché è andata in bagno o in cucina, ma in qualche modo so... so che nel nostro letto non tornerà più. Se riuscissi ad allungare una mano e toccare il suo lato del letto, saprei che è freddo, ma non ci riesco, so che non potrò più riaverla. Ma non voglio svegliarmi al mattino credendo che sia ancora qui, resto lì nel letto senza sapere da quanto tempo sono solo, e allora come posso guarire? Come posso guarire se non riesco a sentire il tempo?»


«Deve essere difficile vivere quando devi cercare su dei foglietti quello che devi fare. Confondi la lista della lavanderia con quella della spesa e rischi di mangiare biancheria a colazione. È per questo che hai quegli assurdi tatuaggi.»


«Devo credere in un mondo fuori dalla mia mente, devo convincermi che le mie azioni hanno ancora un senso, anche se non riesco a ricordarle. Devo convincermi che, quando chiudo gli occhi, il mondo continua a esserci... allora sono convinto o no che il mondo continua a esserci? ...C'è ancora? ...Sì. Tutti abbiamo bisogno di ricordi che ci rammentino chi siamo, io non sono diverso... Allora, a che punto ero?»


Dopo la recensione del romanzo “La freccia del tempo”, mi sembra assai appropriato scriverne una dedicata ad un film che in qualche modo lo possa richiamare per analogia. Niente di meglio di “Memento”. Anche se l’affinità è solo relativa alla perdita di percezione dello scorrere ordinario del tempo. Per il resto il romanzo e il film sono di genere e di ampiezza diversa.

Tuttavia, ciò che hanno in comune è la tematica sulla capacità della mente umana di creare universi paralleli rispetto alla “normalità”.


Il secondo film di Christopher Nolan è un indimenticabile thriller dai toni noir, che usa la tecnica di narrazione sia a ritroso che circolare, una sorta di flashback continuo e a spirale, che ha non pochi punti di contatto, con l’Hitchcock di “Vertigo”, lo Scorsese di “Fuori Orario” e il Tarantino di “Pulp Fiction”, solo per fare alcuni esempi. Insomma, con tutti quei thriller in cui il tempo e la memoria appartengono ad una zona non ben definibile. Nolan gioca con lo spettatore e con la linea narrativa. Non si sa in che punto del tempo ci si trovi. Il prima e il dopo vengono confusi. Fino a quando la corsa a ritroso diventa chiara.


Qui però non siamo di fronte a un paradosso temporale, ma a un vero e proprio deficit cognitivo: un disturbo che cancella i ricordi della memoria breve, dovuto a un grande e fatale trauma. Lenny non riesce a ricordare ciò che è avvenuto pochi minuti prima, e ciò da quando è morta la moglie, quello che è avvenuto, invece, prima della sua morte, ciò che era e cosa faceva lo ricorda perfettamente, o almeno così pare.


L’universo del protagonista diventa però l'occasione per Christopher Nolan di sfoggiare i suoi virtuosismi e per speculare su alcuni concetti chiave dell’esistenza. Sceneggiato dallo stesso regista e tratto dal racconto “Memento Mori" di Jonathan Nolan, fratello minore di Christopher, “Memento” è un’opera già del tutto matura, nonostante sia solo del 2000. 


Lanny, agente assicurativo, è un demone tatuato, creatore e vittima del suo universo, prigioniero del suo vuoto di memoria causato dal trauma per la perdita della moglie, alla ricerca dei suoi assassini; morte che non sa dove collocare nel tempo, perché non ha più un concetto definito del tempo. 

La perdita dell’amore è il vuoto stesso che Lanny cerca di combattere e colmare per ricordare. Ma non sa chi gli stia mentendo, se Nathalie o Teddy, o se gli stiano davvero mentendo. E non sa neanche bene chi siano questi due individui.


Guy Pearce è un Lanny perfettamente riuscito, disperatamente nevrotico, al limite della psicosi, col suo corpo pieno di appunti tatuati che si è inflitto per imporsi di ricordare, insieme ai suoi foglietti, ai suoi post-it, e a un mazzetto di foto istantanee. È  un disadattato che si dibatte come un pesce in questo universo maledetto di inganno e di menzogne. C’è qualcuno che lo sta manipolando? E chi?

È un tormento vivere in una realtà dove tutti sanno chi sei e cosa stai facendo, mentre tu non ne sei affatto sicuro.


Ma la vera stella del film è una splendida Carrie-Anne Moss, nella parte della dark lady Nathalie, ancor più incredibile che nei panni della Trinity di Matrix. Magnetica e sensuale nella sua impenetrabilità. 

La vicenda si intreccia o pare intrecciarsi con un caso che Lanny aveva seguito come agente assicurativo. Una sua indagine che ha molte affinità con quella che si è imposto ora alla ricerca del fantasma di sua moglie. 


La sovrapposizione delle due vicende e dei due destini è davvero inquietante ed è il leitmotiv principale del film e del perché Lanny deve cercare di ricordare Sammy Jenkins, il protagonista del suo caso assicurativo. Lanny compie una proiezione su di sé, che sembra agire anche sul senso di colpa, e che lo fa sprofondare ulteriormente nel vortice parossistico in cui è finito.

Abbiamo tutti bisogno di un motivo per vivere e quello di Lanny in fondo è relativo solo alla ricerca della sua identità, nella speranza forse che la memoria breve non la ritrovi più.

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni commento, prima di essere pubblicato, verrà sottoposto ad autorizzazione. Grazie

“Il Casanova di Federico Fellini” (1976)

  Cinema - Cult Movie  In memoria di Donald Sutherland  “Il Casanova di Federico Fellini” (1976) regia di Federico Fellini  con Donald Suthe...