venerdì 23 agosto 2024

Magnus, “Lo sconosciuto” (1975-76, ristampa del 1998)

 


Classici del fumetto


Magnus, “Lo sconosciuto” (1975-76, ristampa del 1998)


Ci sono iniziative editoriali destinate ad acquisire valore artistico, estetico, culturale e antropologico, col trascorrere del tempo e a passare in qualche modo alla Storia. È questo il caso anche del presente fumetto, raccolto da Einaudi nell’ormai lontano 1998, nella presente pubblicazione, nella quale sono contenuti i sei volumi di un’opera uscita a metà anni settanta. Sono passati quindi più degli anni che la separavano dall’originale, ovverosia in tutto quasi cinquant'anni.


Scrivere di Roberto Raviola, in arte Magnus, non è affatto facile, anche se se n'è parlato moltissimo. Non è facile perché vuol dire parlare dell'epoca d'oro del fumetto italiano che attraversa almeno tre decenni: gli anni sessanta, settanta e ottanta. E di come l’opera di Magnus si venga a innestare perfettamente in questo periodo, quali influenze culturali assorba e come diventi influente a sua volta.


Vuol dire parlare di gente del calibro di Hugo Pratt, Milo Manara, Guido Crepax, le sorelle Giussani, Gianluigi e Sergio Bonelli, Andrea Pazienza, Stefano Tamburini, Tanino Liberatore, Max Bunker, Alfredo Castelli, Tiziano Sclavi, Gianfranco Manfredi e la coppia Berardi / Milazzo. E delle loro creature.

Vuol dire parlare di fumetto italiano.


Alcuni di loro, sceneggiatori, altri disegnatori, altri ancora entrambe le cose, hanno lasciato un segno indelebile e uno stile inconfondibile che ha fatto scuola negli anni successivi.

Magnus fa parte di quelli con maggiore inventiva, capacità, fantasia ed eclettismo. Era disegnatore e sceneggiatore, a volte da solo, altre volte in collaborazione.

Fu disegnatore dal tratto inconfondibile e profondamente personale, ideatore di decine di personaggi e di molteplici storie. 


È famoso soprattutto per l’assoluta, geniale invenzione, insieme a Max Bunker, del celeberrimo Alan Ford e del suo Gruppo TNT, e in tono minore di Maxmagnus, tuttavia, ha al suo attivo una carriera molto intensa.

Il sodalizio con Max Bunker era iniziato un po' di anni prima di Alan Ford, nel 1964, con Kriminal e con Satanik, la risposta più nera, con elementi fantasy, horror e sadomaso, al Diabolik delle Giussani. 


E con quel sodalizio che verrà formandosi la vena trasgressiva di Magnus, che quando si troverà ad agire in solitaria diverrà incontenibile. Basti ricordare le sue opere di quel periodo, in cui i temi legati ai due criminali in costume, verranno estese e comprenderanno generi diversi (storico, fantascienza, fantastico, grottesco, thriller, horror), uniti spesso dal comun denominatore erotico, al limite del pornografico, come nella novella capolavoro “Le centodieci pillole”, o come nella collaborazione con diversi numeri della rivista “Casino”. 


Almeno un altro sodalizio andrebbe ricordato, però, quello con Giovanni Romanini, con la creazione della spassosissima "Compagnia della Forca”.

Questa evoluzione lo porterà nel 1975 a iniziare un ciclo, e all’interno di esso a pubblicare sei album per la rivista “Orient Express”, riuniti insieme in questa raccolta, di un altro personaggio molto interessante: “Lo sconosciuto", che poi nella presunta fantasiosa versione originale del fumetto sarebbe “Unknow” senza la enne.


Il fumetto è caratterizzato da una marcata contaminazione di generi diversi: avventura, thriller, noir e spionistico. Il protagonista infatti è un avventuriero, mercenario, un po’ anarchico, che si trova a vivere molteplici situazioni, intrighi internazionali, traffico di armi e di droga, omicidi, terrorismo, guerra. Ovviamente, pesa molto il contesto storico e val la pena sottolineare che le storie non tengono esattamente conto del politically correct, e non si risparmiano in quanto a violenza. Sono dure, sporche, cattive e ciniche, come il protagonista.


Più che il contenuto in sé, legato a un certo periodo e a un certo punto di vista, bisogna tener conto dell'intreccio con cui sono costruite le storie, dei personaggi e della qualità del disegno. 

Le vicende sono ambientate in Marocco, a Roma, a Mont Saint Michel, ad Haiti e nel Libano. Unknow è coinvolto, il più delle volte suo malgrado, con trafficanti, mafiosi, faccendieri, politici e guerriglieri.

Tornerò più in là a parlare di nuovo di Magnus.

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