domenica 18 agosto 2024

Vedere la complessità

 


Vedere la complessità


Gli strumenti di coercizione non hanno bisogno di una regia unica. Sono a disposizione di chiunque eserciti il potere. Sono come, per fare un esempio, qualsiasi strumento di organizzazione e di controllo gerarchico tradizionale.

Il WEF serve a questo: è uno dei tanti think tank a disposizione degli stati e delle multinazionali sulla ristrutturazione del grande capitale, verso la quarta rivoluzione industriale. Non esiste nessun gruppo o stato che si oppone a questa transizione, perché dovrebbe mettere in discussione se stesso, le relazioni economiche e quelle di dominio interne. Così come non esiste nessun vero esercito senza struttura gerarchica.


È necessario, quindi, distinguere tra strumenti di coercizione condivisi a livello globale per l’irreggimentazione e la manipolazione dei comportamenti quotidiani, vedi agenda 2030, dagli interessi che si innestano nei conflitti regionali anche armati, e che appartengono a logiche di controllo geopolitico ed economico. 

Non c'è nessun "noncielodicono", dato che avviene quasi tutto alla luce del sole, basta sapere come funzionano storicamente le dinamiche di formazione delle decisioni. 

Né tantomeno c’è nessun governo globale occulto del mondo o di una parte del mondo.


Le cose che non conosciamo, e che spesso non conoscono neanche gli stessi soggetti agenti, sulle quali possiamo solo avanzare congetture, riguardano le dinamiche relazionali, intrecciate trasversalmente tra élite, che si svolgono dietro le quinte. La formazione cioè di gruppi e di correnti di interesse interne o trasversali a ogni singola situazione, negli stati, nelle strutture sovranazionali, nei settori economici e in quelli geopolitici, che si scontrano, si alleano o dialogano tra loro, a prescindere dalla linea ufficiale e dall'appartenenza. Sono dinamiche che esistono tra l'altro da millenni. La realtà è data sempre dal conflitto dialettico di interessi diversi, ma non necessariamente contrapposti.


Il WEF non indica una vera e propria linea a cui i soggetti di riferimento devono adeguarsi. È un autorevole laboratorio teorico e ideologico, a cui gli stati e le strutture sovranazionali collaborano e dal quale attingono autonomamente, relativamente alla gestione tecnologica e strategica delle emergenze, delle trasformazioni e del controllo sociale. Tuttavia, poi, ognuno decide come applicare, quanto e quando, certi strumenti. Nella transizione digitale, per esempio, la Cina è al livello più avanzato.


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