Con gli anni che passano, dormire mi sembra sempre più uno spreco. Tuttavia, al contempo, desidero crollare nelle braccia di Morfeo, come ben poche altre cose.
Mi accingo all’approssimarsi della notte sempre munito di una certa dose d’angoscia. È il momento in cui la solitudine non lascia scampo. Questa sensazione l’ho direttamente ereditata dell'infanzia. Ma all’epoca era attenuata dalla convinzione che crescendo le cose sarebbero migliorate. Così invece non è stato. Gli attacchi di insonnia casuali mi hanno tormentato sempre in determinati periodi: nei cambi di stagione, così come quando la testa si riempie di troppi pensieri non necessariamente negativi, una condizione che definirei abbastanza permanente e usuale per il sottoscritto.
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