Holodomor, genocidio o catastrofe generata da politiche fallimentari e criminali?«Chi firmò quell’assassinio di massa? Spesso io penso: che non sia stato Stalin? Penso: un ordine simile, da quando esiste la Russia, non è stato mai dato. Un ordine così non l’aveva firmato mai né lo zar, né i tartari, né gli occupanti tedeschi. Un ordine che diceva: uccidere per fame i contadini dell’Ucraina, del Don, del Kuban’, uccidere loro e i loro bambini. Un’ordinanza che diceva di requisire anche tutto il grano riservato alla semina. Lo cercavano come se non fosse grano, ma bombe, mitragliatrici. Saggiavano la terra con le baionette, con le canne dei fucili, misero sossopra, scavarono in tutte le cantine, scassarono tutti i pavimenti, cercarono negli orti. A certuni sequestrarono il grano che tenevano in casa, dentro un vaso, una tinozza. A una donna sequestrarono il pane che aveva cotto, lo caricarono sul carro e portarono al distretto anche quello. I carri cigolavano giorno e notte, la terra sembrava avvolta dalla polvere. In mancanza di sili, versavano il grano per terra, e attorno mettevano sentinelle. Con l’avvicinarsi dell’inverno il grano s’imbevve di pioggia, cominciò a marcire: il potere sovietico non aveva abbastanza tela incatramata per ricoprire il grano dei contadini.»
Vasilij Grossman, “Tutto scorre…” (1963, 1970)
«Tenuto conto che nel 1932 in Ucraina vivevano 32.680.00 persone, diverse fonti convergono nella valutazione delle vittime con una stima che va dai 4.5 ai 6 o 7 milioni.
Lo storico e giornalista Paolo Rumiz parla di "almeno sei milioni di morti per fame nella sola Ucraina" e cioè "25mila al giorno", "17 al minuto", specificando poi che "un morto su tre era bambino o neonato”. Andrej Gregorovich, ucrainista americano, parla della morte di 7 milioni di ucraini; cita la testimonianza dello stesso Stalin a Churchill secondo cui i morti in quattro anni di collettivizzazione sarebbero stati 10 milioni; afferma che "stime prudenti" ritengono che i morti siano stati circa 4,8 milioni, mentre "molti studiosi riconosciuti" hanno stimato il numero dei morti oscillante dai 5 agli 8 milioni…
…Dal censimento del 1933 confrontato con quello del 1926 si evince che la popolazione dell'URSS, cresciuta del 15,7%, era invece calata in Ucraina del 9,9%. Gli archivi dell'epoca, accessibili solo da poco tempo, testimoniano lo sfruttamento intenzionale della carestia da parte del regime sovietico per colpire i contadini nel nuovo disegno di "ingegneria sociale". Tenendo segreta la verità, il potere sovietico voleva sfuggire alle proprie responsabilità.» (dal sito della Fondazione Gariwo)
Oggi è il giorno in cui si commemorano le vittime dell'Holodomor, quindi questo mio post, preparato da tempo, per la serie sui genocidi e sugli stermini, cade proprio a proposito.
L’Holodomor – letteralmente “sterminio per fame” (dall’ucraino holod - "fame" e moryty - "uccidere, sterminare") – designa la devastante carestia che colpì l’Ucraina sovietica tra il 1932 e il 1933, causando milioni di morti. Per molti studiosi e per la memoria collettiva ucraina, non fu solo una tragedia umana, ma un atto deliberato di annientamento politico perpetrato dal regime di Stalin. Per altri, pur senza negarne l’orrore, fu una catastrofe generata da politiche economiche brutali e fallimentari più che da un intento genocidario mirato. Ciò che è certo è che l’Holodomor rappresenta uno dei momenti più oscuri del Novecento europeo: una carestia in un Paese fertile, una ferita ancora oggi non del tutto rimarginata.
Alla fine degli anni ’20 l’Unione Sovietica intraprende la collettivizzazione forzata dell’agricoltura, cuore della trasformazione economica voluta da Stalin. Il mondo contadino, vasto e spesso autonomo, era percepito come un ostacolo alla modernizzazione e come una minaccia politica. La propaganda parlava di “kulaki”, contadini medi e ricchi definiti parassiti, sabotatori, nemici del progresso.
La collettivizzazione non fu un processo spontaneo: si impose con deportazioni, confische, violenza, distruggendo modelli secolari di lavoro e comunità. L’Ucraina, con la sua tradizione agricola e la sua forte identità culturale, fu un terreno particolarmente delicato: già da inizio anni ’20 Stalin aveva soffocato ogni forma di autonomia nazionale ucraina, sospettando – non senza paranoia – che lo spirito nazionale potesse trasformarsi in separatismo.
Nel 1932 il governo sovietico impose all’Ucraina quote di raccolto irrealistiche, pretendendo quantità di grano superiori a quelle prodotte. Quando i contadini non riuscirono a soddisfare le richieste, il regime rispose con una brutalità crescente:
confisca totale delle scorte alimentari, non solo del grano; istituì la “legge delle spighe” (agosto 1932), che puniva con anni di gulag o con la morte persino la raccolta di poche spighe nei campi; blocco dei villaggi “inadempienti”, isolati fisicamente e privati dei rifornimenti; e istituzione di una “lista nera” di intere regioni, punite con l’esclusione totale dal commercio.
Il grano, intanto, veniva esportato per finanziare l’industrializzazione sovietica. Non fu il cattivo raccolto a creare la carestia: fu la politica criminale di un tiranno e del suo apparato di potere. Stalin e la dirigenza sovietica sapevano della carestia. Ricevevano rapporti dettagliati. Eppure non solo non intervennero, ma mantennero i livelli di requisizione, intensificarono la repressione delle migrazioni dalle zone affamate e continuarono a esportare cereali. La fame diventa così, nella lettura di molti storici, un mezzo per spezzare la società contadina ucraina e annientare ogni residuo di autonomia nazionale.
L'Holodomor non fu solo un attacco di classe (contro i contadini), ma anche un attacco nazionale. Colpire i contadini significava colpire il cuore dell'identità ucraina, dato che erano i principali portatori della lingua, delle tradizioni e della cultura nazionale. Una delle componenti più inquietanti dell’Holodomor è il silenzio costruito intorno alla tragedia. La propaganda sovietica negava l’esistenza stessa della carestia, mentre giornalisti occidentali compiacenti – il caso più emblematico è Walter Duranty del “New York Times” – contribuirono a diffondere una narrazione tranquillizzante: tutto sotto controllo, nessuna carestia, solo qualche eterogenea difficoltà di transizione.
Lo scrittore Gareth Jones, che riportò fedelmente la tragedia, fu screditato e messo da parte. Per decenni l’Holodomor rimase marginale nella storiografia, un “vuoto” che rifletteva tanto la forza dell’occultamento sovietico quanto le ambiguità delle democrazie occidentali nel leggere l’URSS.
La domanda centrale oggi non è se l’Holodomor sia avvenuto – ma che cosa sia stato. Molti studiosi, e lo Stato ucraino, lo definiscono un genocidio, richiamando la Convenzione ONU del 1948: la distruzione deliberata di un gruppo nazionale. A sostegno di questa tesi: la carestia colpì in modo mirato l’Ucraina e i territori a maggioranza ucraina del Kuban’; le misure punitive furono indirizzate specificamente contro l’Ucraina; la fame fu accompagnata dalla repressione delle élite culturali ucraine (l’“Olocausto culturale” del 1930-33); il regime ostacolò consapevolmente qualsiasi aiuto.
Altri storici, pur riconoscendo le responsabilità criminali di Stalin, ritengono che la carestia sia stata il risultato estremo di politiche economiche fallimentari applicate in tutto lo spazio sovietico, sebbene con una durezza particolare in Ucraina. Il dibattito rimane aperto, ma la tendenza internazionale – specie dopo il 2014 e il 2022 – è verso il riconoscimento della natura genocidaria dell’Holodomor.
La Russia, erede dell'URSS, respinge questa interpretazione, definendola una carestia che colpì diverse regioni dell'URSS. Riconoscere l’intenzionalità del genocidio significherebbe mettere in discussione il mito sovietico e la figura di Stalin, ancora celebrata da ampi settori della società e della politica.
L’Holodomor è più di una carestia. È il punto di incrocio tra ideologia, terrore, ingegneria sociale e distruzione deliberata. È la dimostrazione che la fame può essere un’arma politica tanto efficace quanto le armi convenzionali. È un monito sui pericoli della disumanizzazione, della propaganda, del potere incontrollato. Comprenderlo significa non solo restituire dignità alle vittime, ma riflettere su come le società contemporanee possano difendersi dagli abusi ideologici e dalle manipolazioni che, pur mutate di forma, continuano a minacciare la vita, la verità e la libertà dei popoli.
È di fondamentale importanza studiare e commemorare l'Holodomor come monito contro i totalitarismi, la manipolazione della storia e l'uso della fame come arma politica, ed è per questo necessario condannare tutti i crimini contro l'umanità con pari dignità, indipendentemente dall'ideologia o dal carnefice.
La carestia del 1932-33 rappresenta anche una ferita storica che ha profondamente influito sui rapporti tra ucraini e russi, soprattutto nel modo in cui ciascun popolo interpreta il passato e la propria identità, determinando una tragica situazione di inaudita gravità. Nella memoria collettiva ucraina, l’Holodomor è un fondamento dell’identità nazionale, è la prova dell’oppressione storica da parte dei poteri centrali russi ed è un monito sulla necessità dell’indipendenza.
Nella memoria ufficiale russa, invece, l’Holodomor è una tragedia “sovietica”, non nazionale, non può essere considerato genocidio ucraino senza minare il mito positivo dell’URSS, non deve quindi essere percepita come un’accusa politica.
Sono due narrazioni che appaiono inconciliabili. E quando la memoria si divide, anche le identità si allontanano. E con esse si allontana la possibilità di una riconciliazione. Il risentimento, quindi, non deriva solo dall’evento, ma dal suo significato nella memoria ucraina e dalla sua negazione nella memoria russa.
“Tutto scorre…” è l’ultimo grande libro di Vasilij Grossman, un’opera che nasce negli anni più difficili della sua vita: la censura di “Vita e destino" (mia recensione: https://cassielheaven.blogspot.com/2025/05/vasilij-grossman-dilogia-di-stalingrado.html), il sequestro del manoscritto, l’isolamento intellettuale, la malattia. È in questo contesto che lo scrittore decide di affrontare uno dei temi più proibiti dell’Unione Sovietica: la carestia del 1932-33 in Ucraina, oggi conosciuta come Holodomor.
L’analisi dell’Holodomor occupa una sezione centrale del romanzo, ma non ha il formato della finzione: è un saggio storico-morale incastonato in un testo narrativo. Grossman ne fa un nodo cruciale della sua riflessione sul totalitarismo, sulla responsabilità individuale e collettiva, sul rapporto tra potere e verità.
La potenza dell’analisi grossmaniana sta nel suo tono antiretorico: non vi è pathos, ma un’esposizione dei meccanismi dello Stato che trasforma la fame in strumento di dominio. La tragedia è il prodotto di timbri, ordini, inventari, rapporti quotidiani di funzionari di livello medio.
Uno dei contributi più originali di Grossman è la descrizione della fame come dissoluzione dell’umano. La sua analisi del corpo affamato non si limita agli effetti fisici: passa dal metabolismo al comportamento, dalla fisiologia alla percezione. Grossman, fu testimone di “secondo grado”: molto più vicino di altri scrittori. Era nato in Ucraina (Berdyčiv). Conosceva la cultura, la lingua, la vita contadina. Aveva una memoria personale dei luoghi che la carestia avrebbe devastato. Viveva in regioni limitrofe alla crisi e lavorò per anni nel Donbass, a stretto contatto con contadini ucraini, minatori e operai che fuggivano dai villaggi affamati, ferrovieri che trasportavano grano e vedevano gli affamati assaltare i treni.
Sentì testimonianze dirette da persone che arrivavano dalle zone affamate.
Molti di loro erano suoi amici, conoscenti, colleghi. Vide gli “effetti collaterali” nelle città. Anche se Mosca negava tutto, nelle città ucraine e russe si vedevano: migliaia di contadini in fuga, bambini scheletrici, famiglie che mendicavano ai mercati, migranti respinti dalle stazioni, reparti di milizia che impedivano l’accesso alla ferrovia ai contadini affamati. Grossman riferirà, anni dopo, di aver visto personalmente gruppi di contadini ridotti allo stremo arrivare nelle città industriali. Fu anche autore, insieme a Il'ja Ėrenburg, del saggio “Il libro nero. Il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945” (https://it.wikipedia.org/wiki/Il_libro_nero_-_Il_genocidio_nazista_nei_territori_sovietici_1941-1945)
Un po' di fonti online in italiano:
Articoli vari dal sito GariwoMag
https://it.gariwo.net/magazine/holodomor/
“Holodomor – Il genocidio per fame perpetrato dal regime sovietico” (GariwoMag – La foresta dei giusti)
https://it.gariwo.net/educazione/approfondimenti/holodomor-3502.html
Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Holodomor
Profilo di Gareth Jones
https://it.wikipedia.org/wiki/Gareth_Jones_(giornalista)
Profilo di Vasilij Grossman
https://it.wikipedia.org/wiki/Vasilij_Sem%C3%ABnovi%C4%8D_Grossman
“Holodomor, il genocidio del popolo ucraino” (Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa)
https://www.balcanicaucaso.org/cp_article/holodomor-il-genocidio-del-popolo-ucraino/
“La grande carestia che grava sulla memoria collettiva ucraina” (Università di Milano)
https://air.unimi.it/retrieve/bb6dd2c7-9e8c-4cf7-a11d-e32034331b36/HolodomorKrisis.pdf
“Holodomor, la terribile carestia che colpì l’Ucraina sovietica” (EastJournal)
https://www.eastjournal.net/archives/113003
“Il cibo come strumento di pressione geopolitica: il caso russo-ucraino”
https://ricerca.unicusano.it/wp-content/uploads/2025/02/Il-cibo-come-strumento-di-pressione-geopolitica-il-caso-russo-ucraino.pdf
“L’Holodomor, la ‘grande fame’ dell’Ucraina sovietica” (Geopop)
https://www.geopop.it/holodomor-fame-carestia-ucraina-causa-storia/
“La grande carestia” (Fondazione Micheletti)
https://www.fondazionemicheletti.eu/public/contents/26-lezioni-novecento/allegati/file/07_04_Holodomor.pdf
Documentazione ufficiale del parlamento italiano sul riconoscimento dell’Holodomor come genocidio. Utile per comprendere il contesto politico-istituzionale in Italia.
https://www.senato.it/show-doc?id=1384668&leg=19&part=doc_dc-ressten_rs-gentit_deadm100045rhcgpu%3Fpart%3D&tipodoc=Resaula
Una voce contro, a difesa dell'URSS e di Stalin
https://www.marx21books.com/wp-content/uploads/2018/04/Holodomor-nuovo-avatar-dellanticomunismo-europeo.pdf
Altre fonti online:
https://mvs.gov.ua/en/golodomor-1932-1933
https://cla.umn.edu/chgs/holocaust-genocide-education/resource-guides/holodomor
https://jordanrussiacenter.org/blog/holodomor-and-the-double-logic-of-soviet-archives